Ancora una volta il segretario della Lega Nord Matteo Salvini ci va giù pesante: “Cosa farei io al posto di Alfano e Renzi? Con un preavviso di sfratto di sei mesi, raderei al suolo i campi rom”.
Una posizione che trova molti proseliti in un paese stanco di buonismo e falsa carità, nonché dell’aumento esponenziale dei furti nelle zone che ospitano un campo. La politica dei campi nomadi è figlia di un retaggio del passato, quando ci si illudeva di poter preservare l’idea romantica di nomadismo come fosse una filosofia di vita. Ma la realtà è che in un mondo globalizzato questo modo di vivere parassitario sulle spalle di chi lavora non è più tollerabile dal tessuto sociale. Eppure c’è chi non lo capisce, e di qui le reazioni veementi della Chiesa e di alcuni esponenti dello Stato come la presidente della Camera Boldrini.
“Sono posizioni estreme, assurde” ha detto il cardinale Antonio Maria Vegliò, mentre per Laura Boldrini sono parole “inquietanti” e bisogna “individuare una politica abitativa senza mettere in atto alcuna discriminazione”.
La Lega, lasciata sola sul fronte di un tema che trova d’accordo la stragrande maggioranza degli italiani ancora una volta si frega le mano in attesa di incassare voto alle prossime elezioni.