La casa del colonnello è un romanzo edito da Rizzoli scritto da Alvise Lazzareschi. Per l’autore si è trattato dell’opera prima dato che il libro funge da mezzo di comunicazione per diffondere a livello nazionale la realtà dei cavatori della zona di Carrara e dei paesi limitrofi.
E’ il racconto di una comunità che diventa autobiografia, ma anche viceversa. L’autore – che ha chiarito quanto quella di cavatore sia l’ultima attività nella quale l’imprenditore svolge le stesse mansioni dell’operaio – parte da due elementi fondamentali per l’opera: il diario del padre – grazie al quale Lazzareschi riesce a ricostruire i metodi antichi di lavorazione del marmo – e la scatola di latta piena di fotografie familiari grazie a cui si intraprende un viaggio metaforico nella storia di una famiglia fatta di soli cavatori. Già, perché se è vero che la mansione di cavatore è diffusa in tutta Italia – è anche vero che nella zona di Carrara funge da attività caratterizzante.
Il romanzo è composto da 28 brevi storie con un proprio inizio ed una propria fine volte a raccontare la vita della comunità, mettendo sempre al centro un mondo che viene narrato in tutte le sue sfaccettature, sfaccettature difficili da cogliere per chi vi si approccia dall’esterno. L’autore ha infatti spiegato – anche in presentazioni fatte dopo l’uscita del libro – che ogni cava ha il “suo” marmo, e che la definizione di “Marmo Bianco di Carrara” è sin troppo generica.
Parte dei proventi del libro a favore di #vorreiprendereiltreno:
Alvise Lazzareschi – cavatore di Colonnata, paese che non viene mai citato per dare risalto a tutto il tessuto sociale dei monti Apuani – ha scelto di devolvere parte dei proventi derivanti dalla vendita del volume a sostegno di #vorreiprendereiltreno, una Onlus nata con lo scopo di sensibilizzare le istituzioni verso le difficoltà dei disabili attraverso la annosa battaglia per l’abbattimento delle barriere architettoniche. #vorreiprendereiltreno è un progetto nato da un articolo ironico da parte di un ragazzo – Iacopo Melio – che è riuscito a divenire virale sostenendo di essere single a causa dell’impossibilità di trovare la ragazza dei suoi sogni dovuta alla difficoltà nel prendere i mezzi pubblici. #vorreiprendereiltreno sta avendo un grande successo sui social network e – nonostante i risultati già raggiunti – continua a portare avanti la sua missione di coinvolgimento di istituzioni ed autorità. Per sostenere la Onlus o per saperne di più, Vorreiprendereiltreno.it.
Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)