Perché Ucraina e Russia sono in guerra e perché la Russia ha invaso il paese proprio ieri, 24 febbraio 2022? Quali sono le cause storiche che hanno portato al conflitto? Proviamo ad approfondirle.
Sento parlare da più parti del fatto che prima erano tutti esperti di covid ed ora di colpo si sono trasformati in esperti di guerra. C’è però una differenza fondamentale: i fantomatici esperti di covid (spesso no vax) si erano autoproclamati tali fingendosi medici, cosa impossibile senza anni di studio. Dello scenario di guerra invece ci si può tranquillamente fare un’idea semplicemente approfondendo la storia e i temi, cosa importantissima, senza sparare sentenze a casaccio sulla Nato che dovrebbe intervenire militarmente (assurdo e pericolosissimo) o su Putin nuovo Hitler (è un pericoloso dittatore, ma Hitler era certamente un’altra cosa e soprattutto molto differente).
Le cause della guerra in Ucraina
E allora perché siamo a questo punto, apparentemente di colpo, in Ucraina? La questione è molto complessa e non si può liquidare come una voglia imperialista di Putin. L’Ucraina da sempre comprende una forte componente di russi o filorussi (non facile distinguere tra due popoli così simili) che è particolarmente forte in Crimea (già oggetto di invasione e tuttora contesa) e nella cosiddetta regione del Donbass (Donetzk/Lugansk). Questo sin dalla nascita dell’Ucraina dopo la disgregazione dell’Unione Sovietica ha portato a forti frizioni, che si sono acuite dopo la destituzione a colpi di proteste di piazza dell’ex-presidente filorusso Janukovyc (2013).
Nel 2014 c’è stato il precedente conflitto del Donbass chiuso (si fa per dire) dagli accordi del protocollo di Minsk (2014). E’ fondamentale conoscere i 13 punti del protocollo per capire cosa stia succedendo ora. In sintesi le due parti in causa (governo ucraino e ribelli filorussi/Russia che li appoggiava) si impegnavano a riconoscere maggiore autonomia al Donbass, ad amnistiare i rivoltosi e dall’altra parte a deporre le armi. Nessuna delle due parti ha rispettato gli accordi, quindi anche il governo ucraino (da sempre non impermeabile alla corruzione diffusa, vedi caso Tymoshenko) ha le sue colpe.
Ci trasciniamo così fino al 2022, anno in cui scoppia il bubbone per tutta una serie di motivi non sempre facili da capire e da spiegare. Alcuni fattori però sono certamente questi:
1) L’avvicinamento dell’Ucraina all’Europa e alla Nato (benché non sia parte di quest’ultima) costituisce una grave minaccia per la Russia che rischia di vedersi avvicinare le frontiere di una guerra fredda che non è mai del tutto finita alle porte di casa. E qui forse sarebbe stato meglio essere più prudenti. Non è ancora tempo di sopprimere le antiche sfere di influenza il cui equilibrio nel bene e nel male ci ha salvato da una nuova guerra mondiale.
2) Putin ha compiuto 70 anni, ha alle spalle 4 mandati, quanto rimarrà ancora sulla scena? Parliamo di un megalomane che paragonerei più a Mussolini che a Hitler, e che vuole lasciare un segno. Il suo segno potrebbe essere la russificazione dell’Ucraina, se non la vera e propria conquista e annessione.
Perché la Nato non può andare al di là delle sanzioni
A tutti i dietrologi che le sparano grosse sul fatto che la Nato dovrebbe intervenire militarmente faccio notare che la cosa non è interesse di nessuno, nemmeno degli ucraini stessi. Non possiamo permetterci un’escalation del conflitto che anzi, vista l’impossibilità degli ucraini di resistere alla forza militare russa, è meglio che si risolva il prima possibile e col minor numero di morti, magari con la resa del paese. Solo a quel punto si potrà cercare una soluzione politica, sperando che i russi accettino di ritirarsi magari in cambio di qualche concessione. Le sanzioni sono l’unico strumento in mano al blocco occidentale per far sì che questo avvenga, e vanno usate con intelligenza, perché ricordiamoci che non bisogna colpire il popolo russo, che alla fine è contro una guerra che non capisce, ma solo la sua classe dirigente guidata da Putin e figlia di un’ideologia sovietico-comunista condannata dalla storia e che se Dio vuole scomparirà dopo quest’ultima generazione cresciuta ai tempi del KGB e di Kruscev che sbatteva le scarpe sui tavoli dell’ONU.